Officina morfologica.
Le costruzioni di Michele Reginaldi

a cura di Bruno Pedretti,
Bolis Edizioni, Azzano San Paolo (BG), 2001.
progetto grafico di Ginette Caron.
fotografie di Marirosa Toscani Ballo.

Il libro presenta per la prima volta estesamente il lavoro plastico e visivo di Michele Reginaldi. Non vi viene quindi documentata l’attività architettonica in senso stretto, bensì il lavoro di elaborazione concettuale che si riversa nelle “costruzioni” in ottone e negli schizzi di studio astratti che Reginaldi raccoglie nei suoi numerosi quaderni.
Le “costruzioni” si suddividono in quattro tipologie: morfologie attorno al cerchio, morfologie della verticalità, strutture leggere, costruzioni per l’architettura. Sebbene nelle dimensioni si mostrono quali sculture autonome, le “costruzioni” vanno però intese come dei prototipi che indagano le possibilità compositive dello spazio a partire da elementi di base matematici, geometrici e linguistici: da qui l’officina morfologica che dà il titolo al libro.
Nel libro, un lungo colloquio introdottivo discute la formazione e gli indirizzi culturali di Reginaldi spiegando le complesse ascendenze stilistiche delle sue opere, che dalla predilezione per le esperienze del Modernismo e in particolare del Costruttivismo russo, risalgono sino alle tradizioni del pensiero pitagorico del Rinascimento. Completano il volume un inedito di Robert Klein e Jacques Guillerme sull’estetica matematica e un saggio del curatore sull’estetica linguistica.

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“Officina morfologica:
Colloquio con Michele Reginaldi”
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Quaderni senza parole.
Il disegno di Michele Reginaldi

a cura di Bruno Pedretti,
Bolis Edizioni , Azzano San Paolo (BG), 2004.
progetto grafico di Ginette Caron.
fotografie di Marirosa Toscani Ballo.

Dopo il precedente volume dedicato alle “costruzioni” in ottone, questo nuovo libro si concentra sull’esercizio del disegno di Michele Reginaldi. In particolare, vi sono presentati i disegni di più radicale impronta concettuale: non dunque quelli progettuali legati alle specifiche elaborazioni architettoniche, bensì quelli in cui la ricerca morfologica si concentra sulle possibilità compositive di una vera e propria arte astratta dello spazio.
Nella parte centrale, il volume raccoglie circa 200 pagine di disegni selezionati dagli oltre 75 quaderni bianchi che Reginaldi ha iniziato a redigere a partire dalla fine degli anni Ottanta. Questa selezione, organizzata in modo rapsodico ma nel rispetto della successione cronologica, si propone come una sorta di quaderno riassuntivo dell’intera seria che ormai assomma a oltre 2500 pagine. Nel testo introduttivo in forma di colloquio che dà il titolo al libro, si affrontano le complesse questioni legate al “primitivismo cognitivo” di questi quaderni e alla relazione tra segno morfologico e segno delle convenzioni architettoniche. Viene inoltre discusso il rapporto che in Reginaldi lega circolarmente i quaderni bianchi dell’astrazione morfologica, i quaderni blu degli sviluppi progettuali, le “costruzioni” plastiche e i lavori della sua attività di architetto, qui ricordata nella sezione introduttiva da altri disegni ed elaborati grafici. Un breve saggio conclusivo del curatore inquadra l’esercizio del disegno di Reginaldi nell’importanza che, soprattutto nelle culture moderniste, ha progessivamente assunto l’uso del quaderno quale emblema di un’opera d’arte che si basa sulla manifestazione del proprio precesso cognitivo.

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“Quaderni senza parole :
Colloquio con Michele Reginaldi”
(pdf 388Kb)

 


Michele Reginaldi.
disegni e costruzioni
Oratorio della Passione,
Museo della Basilica di Sant’Ambrogio. Milano

a cura di Ginette Caron,
Edizioni Bolis, Azzano San Paolo (BG), 2005.
progetto grafico di Ginette Caron.

Il libro è un racconto fotografico della mostra che si è tenuta dall’8 al 24 aprile 2005, nell’Oratorio della Passione, museo della Basilica di Sant’Ambrogio a Milano. In questa circostanza è stata presentata per la prima volta un’ampia scelta di opere plastiche e disegni di Michele Reginaldi. L’esposizione raccoglieva i lavori plastici in ottone, 80 “costruzioni” suddivise in quattro famiglie: morfologie attorno al cerchio, morfologie della verticalità, strutture leggere, costruzioni per l’architettura. Una seconda sezione esponeva a sua volta circa 60 “quaderni bianchi”, dove Michele Reginaldi esercita da anni la sua riflessione sull’arte astratta dello spazio. L’allestimento della mostra, curato da Reginaldi nel quattrocentesco Oratorio della Passione, è anch’esso dimostrativo della ricerca morfologica sullo spazio.

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“Testi dell’inaugurazione”
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